65708_domus_romana_ferentinoTracce di un’abitazione romana sono venute in luce al piano terra e nelle fondazioni del medioevale Palazzo Comunale della città, che, nelle sue strutture rimaneggiate nel corso dei secoli, si affaccia oggi sulla vasta e panoramica Piazza Mazzini. L’ arch. Luigi Morosini sin dal 1905 comunicò la presenza di pavimenti a mosaico in bianco e nero e di lastre calcaree a poca profondità sotto il piano terra del Palazzo Comunale. Interventi di ristrutturazione effettuati negli ultimi decenni del secolo XX negli ambienti a piano terra del Palazzo, assegnati come sede all’Associazione Pro Loco di Ferentino, portarono alla luce pavimenti musivi bianco-neri, resti di muri divisori degli ambienti domestici, l’impluvium di un atrio, lacerti di intonaci affrescati, documentando la presenza di una domus di epoca repubblicana, abbattuta e ricoperta dalle successive costruzioni. Resti di pavimento in mosaico bianco con tessere minute sono visibili a circa un metro di profondità rispetto al livello del pavimento attuale nel saggio di fondazione effettuato in prossimità di un pilastro della chiesa di S.Lucia. Il pavimento musivo sembra confermare l’ipotesi già sottolineata nella toponomastica ottocentesca relativa alla strada limitrofa alla chiesa di S.Lucia, denominata via delle Antiche Terme. Secondo la tradizione, infatti la cripta della chiesa sarebbe stata ricavata in uno degli ambienti di un antico edificio termale, la cui costruzione venne attribuita alla munificenza di Flavia Domitilla, parente dell’imperatore Vespasiano. Nei lavori di restauro della chiesa di S.Maria Maggiore (1977-1984) sotto il pavimento del presbiterio e del transetto si rinvennero i resti di una casa databile ai secoli IV-V d.C.; la fondazione del pilastro a fascio, che sorregge la crociera nord del transetto e separa la navata centrale da quella settentrionale, insiste nella cisterna della casa medesima.